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Le fortezze e le batterie militari di Tarvisio, monumenti della Grande Guerra, ora mete turistiche

La batteria di Sella Predil, vicino al piccolo Lago Predil, domina la valle che porta a Sella Nevea, uno dei tanti avamposti militari della zona, un ricordo della Prima Guerra Mondiale che oggi offre un itinerario tra paesaggi naturali mozzafiato

Tarvisio è località di mille risorse ma dopo tanti anni ne sfodera una che rimane sconosciuta ai più: nel suo territorio si possono ammirare fortificazioni e batterie della Grande Guerra. Si potrebbe dire che non è proprio una novità così ambita. Ma solo dopo, scoprendola, si comprende che le strutture militari sono quelle austriache perché Tarvisio era sino alla fine della Guerra una delle perle dell’Impero degli Asburgo diventando italiana solo nel 1919. Tra tutte, la batteria di Sella Predil, ancora oggi sfa sfoggio di una possanza da mettere paura. Era stata costruita dal Genio dell’Imperial Regio Esercito alla fine dell’Ottocento, per difendersi dall’Italia, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, il patto di Vienna stipulato il 20 maggio 1882 con gli Imperi di Germania e dell'Austria-Ungheria. Proprio dalla Batteria di Sella Predil, vicino al piccolo Lago Predil, si poteva dominare tutta la valle che porta a Sella Nevea. Chissà perché ma le batterie italiane non la colpirono affatto negli anni della Guerra e proprio per questa ragione è ancora visitabile: gli edifici degli ufficiali, l’infermeria, il posto di guardia danno l’idea della difficoltà di vivere in alta montagna in spazi ridotti e spesso tutti dedicati alla guerra. Poi ci sono i sotterranei perché gli austriaci vollero celare la propria forza dentro il massiccio, costringendovi anche i tre cannoni da 120 mm che arrivavano a colpire obiettivi lontani anche sette chilometri. Presenti, erano state la caratteristica della Grande Guerra, anche due mitragliatrici Skoda. Nei sotterranei si può vedere il resto della batteria comprese i locali dei servizi a cominciare dalla cisterna per l’acqua e finire per l’infermeria e il magazzino per i viveri. Ma gli austriaci erano stati previdenti: vi avevano costruito anche venticinque affusti, i particolari sostegni per i cannoni, che quindi potevano essere postati e magari rinforzati. Ora la batteria è meta di visitatori, sempre più numerosi in periodi normali, e pur mantenendo un’aura di tregenda, è diventata un vero monumento alla follia della guerra che come quella del 1915 – 18 procurò lutti a non finire, in Italia ed in Austria.

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